Per aver sollevato , sicuramente con coraggio e in controtendenza con ciò che si sente ripetere in continuazione, ovvero che la quarantena è necessaria ma deve avere un tempo limitato per le conseguenze e gli effetti devastanti per moltissime persone, sono stata tacciata per “pericolosa veicolatrice di messaggi sbagliati”.
Non solo continuo a sostenere che la necessità di chiusura oggi sia fondamentale ma che non può essere protratta molto oltre, che le conseguenze delle indigenze prodotte dai sussidi inesistenti arrivati alle famiglie possono uccidere le persone, ma anche che i danni psicologici e le reazioni di molte persone stanno procurando vittime di cui non si parla.
È evidente che la conta delle vittime negli ospedali serva per scuotere le nostre coscienze e giustificare la nostra clausura, però non si può tacere sulla conta delle altre vittime che stanno pagando con la vita le conseguenze parallele di questo devastante virus.
A distanza di qualche giorno anche i giornali ne parlano a sostegno del fatto che forse la mia denuncia non era poi così utopica e gratuitamente catastrofista.
Vi allego ciò che sta emergendo non guadagnando purtroppo pagine di rilievo nell’informazione.

Stress, depressione dovuta al periodo, oppure - come ha ipotizzato qualcuno - il timore di perdere il lavoro, di non avere una prospettiva per il futuro? Nessuno potrà mai dirlo, ma l' impennata di suicidi in ogni parte d' Italia è ormai un dato di fatto.

 In questi giorni difficili d' emergenza e quarantena forzata i suicidi sono tanti. Troppi. C' è stato l' episodio di Rho, nel Milanese, dove un uomo di 38 anni ha sparato alla moglie prima di puntare la pistola verso se stesso: stavano attraversando un periodo di crisi. Un' altra coppia, questa volta due sorelle, sono state trovate morte in casa due giorni fa a Sarza Irpina, piccolo paesino alle porte di Avellino: un doppio suicidio ancora senza un perché. E sempre due giorni fa, un signore di 55 anni, a Lissone (Monza), è precipitato dal terzo piano di un condominio. Soffriva già da tempo e non ha più retto. E come dimenticare le due infermiere di Jesolo e Monza che nella seconda metà di marzo si sono suicidate: pare non sopportassero più la pressione del coronavirus che nei loro reparti di terapia intensiva stava mietendo vittime a raffica.
(Libero)

Tratto da un post di Fb della mia amica di Instagram Hoara Borselli

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