Dal secondo dopoguerra ad oggi, coesistono a Napoli due mercati di pari dimensioni: uno legale e l'altro sommerso e illegale. Quest'ultimo, secondo alcuni, arriva al 60%.  É una “bomba sociale” lasciata  decantare con cinico opportunismo. La tolleranza dell'illegalità ha consentito il mantenimento dell'ordine pubblico e la sopravvivenza di intere fasce di popolazione altrimenti destinate a morire di fame per mancanza di occupazione legale. Qui la camorra si é  autodefinita "sistema" per tracciare il suo ruolo, la sua operatività, le sue relazioni sociali, politiche, economiche e istituzionali. Questo "'sistema" -  nonostante i colpi assestati dallo Stato ai gruppi criminali più strutturati - é ancora vivo e vitale nell'area metropolitana e in larga parte del territorio regionale: assoggetta e normalizza, controlla  amministrazioni locali, alimenta circuiti economici apparentemente legali. Con i proventi della droga e delle altre attività illecite, finanzia le imprese e concede crediti al consumo. La tragedia che stiamo vivendo é forse l'ultima occasione per dimostrare che lo Stato, quando vuole, sa essere più forte della camorra. Non basterà di certo la sola repressione. Serviranno investimenti colossali per far venire alla luce l'area del sommerso, sostenere le imprese e promuovere l'occupazione. Per questo serviranno anche i soldi dell'Europa. Ma servirà soprattutto l'impegno politico. Va in questa direzione il programma "Sud 2030 - Sviluppo e Coesione per l'Italia" pubblicato dal ministro Provenzano appena il 14 febbraio scorso. Oggi, più di prima, dobbiamo affermare con forza che l'Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà. Nessuno si salverà da solo.

Tratto da un post di un amico politico di fb

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