Compensi Mediaset: ecco quanto guadagnano Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Paolo Bonolis e Gerry Scotti

ItaliaOggi pubblica gli stipendi annuali dei conduttori Mediaset 

Come ogni anno in questo periodo un sito web specializzato rende noto i compensi degli artisti che lavorano sia a Mediasetche alla Rai. Ovviamente nella tv di Stato gli stipendi sono molto più bassi perché vengono pagati dal Canone e in parte dalle pubblicità.
Mentre i conduttori del Biscione si portano a casa un bel stipendio. Andiamo a vedere nel dettaglio le cifre lorde che prendono la De Filippi, la D’Urso, Bonolis e Scotti.

Paolo Bonolis e Gerry Scotti: ecco quanto guadagnano all’anno

Il portale ItaliaOggi ha reso noti i compensi d’oro dei principali conduttori Mediaset. Senza ombra di il più ricco è Paolo Bonolis, il cui stipendio annuale si aggira intorno ai dieci milioni di euro. A questi bisogna aggiungere le entrate della Sdl2005, la società di produzione delle sue trasmissioni televisive, controllata per il 51% dalla consorte Sonia Bruganelli. Intorno ai dieci milioni annui anche il pavese Gerry Scotti, i cui introiti giungono anche dall’utilizzo, da parte dell’azienda del Biscione, dello Studio Michelangelo a Cologno Monzese, di sua proprietà. Ezio Greggio, che grazie a Striscia La Notizia guadagna circa sei milioni di euro.

Maria De Filippi e Barbara D’Urso: I loro compensi

È le conduttrici Mediaset? Cifre alte per Alessia Marcuzzi, che, con la conduzione per le prime serate guadagnerebbe duecento mila euro a puntata, 2,4 milionisolo con L’Isola dei Famosi. Ma le regine sono Barbara D’Urso e Maria De Filippi. L’artista napoletana, per la sola conduzione di Pomeriggio Cinque e Domenica Live percepirebbe circa due milioni di euro l’anno.
Ma lo stipendio vero si aggirerebbe intorno ai sei milioni grazie al Grande Fratello, di Live – Non è la D’Urso e de La Dottoressa Giò. Mentre la moglie di Maurizio Costanzo, con i suoi programmi guadagnerebbe circa dieci milioni. A questa cifra bisogna aggiungere i compensi ricavati della Fascino, la società di produzione di cui detiene il 50%.
Tratto dal giornale KontroKultura 

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