Vaticano era pronto a consegnare tutto il dossier Orlandi alla commissione d'inchiesta chiesta da M5S"

Il cardinale Angelo Becciu, ex sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, esclude una "trattativa" con la Procura di Roma

 06/11/2018 21:22 CET | Aggiornato 06/11/2018 22:02 CET
FILIPPO MONTEFORTE VIA GETTY IMAGES
Il Vaticano era pronto a consegnare tutta la documentazione in suo possesso sulla scomparsa di Emanuela Orlandi alla Commissione parlamentare d'inchiesta che il Movimento 5 stelle intendeva istituire sul caso. L'importante rivelazione è stata fatta dal cardinale Angelo Becciu, fino al 28 giugno scorso sostituto della Segreteria di Stato della Santa Sede.
Rispondendo alle ultime affermazioni del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, Becciu ha detto che "tutto quello che abbiamo, resoconti di giornali, rapporti, eccetera lo volevamo consegnare alla famiglia, anche a rischio che poi ci dicessero che non era tutto quello che avevamo, ma poi ci siamo fermati quando c'è stata notizia pubblica che i 5 Stelle volevano istituire una commissione parlamentare d'inchiesta. In casi del genere infatti la richiesta pubblica viene prima della richiesta della parte privata, anche se, io lo voglio sottolineare sempre - ha aggiunto Becciu - il mio pensiero quando si parla del caso Orlandi va sempre alla famiglia ed in particolare alla mamma di Emanuela".
Becciu è intervenuto a margine della presentazione del libro di Marco Minniti a Roma. In una giornata che ha visto infittirsi il giallo delle ossa occultate sotto un pavimento della Nunziatura apostolica a villa Giorgina, Becciu ha anche negato che ci sia mai stata una "trattativa" tra la Santa Sede e la procura di Roma per chiudere il caso della scomparsa della ragazza, cittadina vaticana. Becciu è stato perentorio: "Fino al 28 giugno scorso, data in cui io ho lasciato l'incarico di sostituto questa trattativa non c'è stata: ho chiesto per il passato anche allora segretario di Stato Tarcisio Bertone e mi ha detto di no. Quindi, noi abbiamo invitato chi sostiene questo, a fare i nomi di chi avrebbe condotto questa trattativa da parte nostra: perché non era autorizzata dalla Segreteria di Stato, e certamente veniva millantato credito".
Di una "trattativa riservatissima" sulla Orlandi aveva scritto per la prima volta Gianluigi Nuzzi nel suo libro uscito l'anno scorso, "Peccato originale". La Commissione d'inchiesta parlamentare sul mistero Orlandi promessa lo scorso autunno, prima delle elezioni della vittoria giallo-verde, dal senatore grillino Vincenzo Santangelo.
OSSA IN NUNZIATURA. Uno scheletro privo degli arti inferiori e, soprattutto, di una parte del bacino fondamentale per poter dire oggi che quei resti siano di un uomo o di una donna. Una dentatura che sembrerebbe essere appartenuta ad una persona non adolescente. E un altro mucchietto di ossa che da un primo esame esterno risulterebbero essere più vecchie rispetto a quelle dello scheletro e, dunque, appartenenti ad un altra persona. C'è un altro aspetto, che al momento non sposta l'esito delle analisi scientifiche e che però aggiunge un elemento ulteriore al giallo: le ossa, dicono due diverse e qualificate fonti all'Ansa, non sono state ritrovare nella giornata di lunedì 29 ottobre nel sottoscala dell'abitazione del custode della Nunziatura, quando in serata fu avvertita la polizia italiana, ma 72 ore prima, vale a dire nella giornata di venerdì 26 ottobre. Cosa sia successo in quei tre giorni solo il Vaticano può dirlo. Quello che, ufficiosamente, circola è che il coinvolgimento della Polizia sia stato ritardato solo per consentire ad alcuni esponenti delle autorità vaticane di rientrare a Roma. "La prima impressione, basata sull'esame di alcune strutture ossee è che si tratti di ossa di una donna intorno ai trent'anni, non una adolescente" ha detto il consulente del Vaticano. Sarà soltanto l'esito dell'esame del Dna - che non arriverà prima della fine della settimana - a rispondere alla domanda che chiunque si è posto dal momento in cui sono riapparse quelle ossa: si tratta o meno dei resti di Emanuela Orlandi, o di Mirella Gregori?

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