'Ndrangheta stragista, Malvagna: ''Berlusconi era la nostra salvezza''

berlusconi silvio fi c imagoeconomicaIl pentito catanese racconta anche i rapporti tra siciliani e calabresi
di Aaron Pettinari e Davide de Bari - Audio
"Silvio Berlusconi era la nostra salvezza. C'era da raccogliere voti per questo nuovo partito". A nominare l'ex premier è il collaboratore di giustizia Filippo Malvagna, ex uomo d’onore della cosca catanese Pulvirenti-Santapaola, testimone oggi all’udienza del processo ‘Ndrangheta stragista, in corso di fronte alla Corte d'Assise di Reggio Calabria. Alla sbarra ci sono i boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone con l’accusa di essere i mandanti di una serie di agguati agli uomini dell’Arma dei carabinieri fra il 1993 ed il 1994 (tra cui gli omicidi degli appuntati Antonino Fava e Vincenzo Garofalo), inseriti nell'ambito della strategia stragista e di ricatto allo Stato. Il pentito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, ha ricordato che "poco prima di iniziare la collaborazione e prima che si sapesse con certezza della discesa in campo di Berlusconi, comunque fra gennaio e febbraio 1994, ero detenuto alla Bicocca e tale Marcello D’Agata, che era il 'consigliere familiare dei Santapaola', mi disse che per quanto riguardava i problemi giudiziari, arrivavano notizie rassicuranti. Mi disse che anche se avevano voluto un po’ strafare, arrivavano notizie positive. D'Agata mi disse di avere saputo che nel giro di pochi anni sarebbe stato attenuato il 41 bis e smantellata la legge sui collaboratori di giustizia, e che sarebbero tornati i benefici penitenziari per i mafiosi. Queste informazioni venivano dagli 'amici di Palermo', gli amici di Riina. Si sentiva dire che sarebbe nato un soggetto politico, cui dietro ci sarebbe stato Silvio Berlusconi e dovevamo attivarci con amici e parenti perché bisognava dargli il voto. Questa era la nostra ancora di salvezza".

tratto da antimafiaduemila.com

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