Questa che vi propongo cari lettori è la seconda parte del miglior libro scritto da Vasco Rossi

"L'Altra Autobiografia" (seconda parte)

Poi arrivò la scommessa di Sansiro. Nessun italiano aveva mai avuto il coraggio di affrontarlo. Noi potevamo al massimo aspirare alle grandi balere palasport. Gli stadi erano per gli stranieri solennemente accolti da stampa esterofila come veri e propri DEI scesi dal cielo .  era una consuetudine affermata da anni. Da sempre. Arrivava un bob Marley per una data unica e riempiva SanSiro. Bruce Springsteen e alla gente non sembrava vero di vederlo dal vivo. non solo miti ma veri e proprie divinità .

Rovelli mio manager milanese gestore di mitici locali rock come il Rolling Stones Prenotò lo stadio di san siro con quel pizzico di incoscienza e sfida che solo lui poteva avere. Sufficientemente pazzo da credere in me dal primo momento che mi aveva visto In realtà sapeva fare il suo mestiere. Conosceva la sua città sapeva dell’amore di milanesi per quel pazzo della vita spericolata delle sensazioni forti e del concetto dionisiaco della vita. Che non considerava un crimine usare sostanze stupefacenti  e non ne faceva mistero. Che considerava lo sballo una valvola di sfogo come andare a vedere una partita di pallone.
Che non ci vedeva niente di male ad usare, Non abusare di sostanze illegali. E che se ne stava ben lontano dall’eroina perché le droghe lui le usava per andare più forte per scrivere e lavorare di più per non dormire mai…
Bene arrivarono in settata mila a festeggiare il rock italiano e qualche giorno dopo madonna fece un mezzo flop.
Improvvisamente il mondo si capovolse. Avvenne una epocale inversione di tendenza.  “Vasco ha ucciso madonna” titolò il corriere della sera decretando la fine dello strapotere degli dei stranieri.
Per me che avevo cominciato dieci anni prima nelle balere e nemmeno mi sognavo di veder un giorno più di venti mila persone… non mi sembrava vero di aver infranto quell’invalicabile muro. e di avere portato la musica italiana dove meritava di stare. Di aver distrutto con la credibilità conquistata in anni di coerente lavoro addirittura la strapotenza degli Dei dell’olimpo mondiale.

Me ne vado ad affrontare gli anni novanta pensando a cosa cazzo potrò dire ancora di nuovo. Quando la rabbia di dover assistere allo spettacolo dell’arroganza dell’intelligenza fare a pezzi in televisione in vere e proprie risse verbali poveri indifesi. Con negli occhi ancora la spudoratezza socialista di considerare la questione morale una cosa da rimandare, farsi finanziare, con miliardi di soldi neri da industriali, tellevisionari , che senza alcun trasparenza versavano fiumi di enaro nelle casse (nei conti svizzeri) del partito. Un signore di nome craxi certo uno con le palle vivere all’ultimo piano di un albergo a roma come una specie di principe con una manciata di voti diventare ago della bilancia e conquistare il potere e regalare televisioni (canali televisivi) ad amanti, permettere ai suoi di fare neanche troppo nascostamente affari sfruttando le posizioni di potere. Insomma tutta questa bella situazione mi ispira una canzone veramente incazzata. Gli spari sopra.

E torno in ballo. Rifaccio Sansiro. Un altro successo. Locale strapieno. Sono il re degli stadi. Finalmente comincio a ricevere quello che mi spetta

Nel 95  la guerra nei Balcani è scoppiata. Sarajevo è assediata. Da mesi nessuno esce nessuno entra. ci viene una idea pazzesca. progettiamo una pericolosa spedizione per fare uscire  dalla città assediata un gruppo rock “i Sikter” e un gruppo teatrale. Li portiamo in Italia li ospitiamo e li togliamo dall’inferno.
POI realizziamo  uno spettacolo a San Siro col titolo carico di significato  “Rock Sotto l’assedio” in segno  di solidarietà nei confronti di una popolazione che soffre spezzando idealmente l’assedio alla città riunendo con il rock -La prima cosa che mi viene in mente è di cominciare il concerto con “Generale” il capolavoro di Degregori. A metà  presento i Sikter gruppo rock di Sarajevo al mio straripante pubblico che li accoglie con entusiasmo.             
Dopo  una toccante performance del gruppo teatrale durante “vivere”  finisco lo spettacolo con la solita Albachiara.
Soddisfatto e felice vado a cercare di dormire

Nel pomeriggio avevo presentato in una conferenza stampa tutta l’idea e il progetto spiegando significati e gesto di solidarietà.
Una giornalista di novella duemila che conosco da anni e si diverte a volte a provocarmi chiede improvvisamente. Ma l’incasso? È devoluto in beneficenza? Una domanda talmente inattesa e fuori luogo  che mi lascia senza parole. Avevo spiegato si trattava di un gesto di solidarietà. Non di un concerto di beneficenza. Non ci avevamo neppure pensato. Certo dopo una domanda così tutta l’operazione sembrava quasi una speculazione. Cazzo un grande comunicatore come Montezemolo avrebbe immediatamente risposto
È chiaro che una parte dell’incasso sarà devoluto alla croce rossa alla croce bianca e sarà utilizzato per pagare le spese di mantenimento del gruppo qui a Milano.  e ne diamo un po’ anche a te troia di una fetente testa di cazzo.
Ma io NON sono Montezemolo e non ho avuto quella presenza di spirito.
Ho ripetuto che il concerto era un gesto di solidarietà e alla beneficenza non avevamo pensato ma che avremmo certo a questo punto fatto qualcosa in questo senso.

L’evento straordinario fu un evento straordinario. Io cantai “Generale” con una passione e una intensità incredibili. I Sikter conquistarono con il loro rock crudo violento ed essenziale il pubblico. Ma un giornale il giorno dopo titolò
“Rock Sotto L’assegno”

e questo mi ferì profondamente.


Stavo avviandomi verso la seconda metà degli anni novanta quando un problema cominciò a farsi sentire. Io non suonavo più la chitarra. Da anni. In casa con Luca piccolo non mi veniva nemmeno in mente di prenderla in mano Non scrivevo più canzoni.
Non c’era più la condizione necessaria. Assenza di orari….o meglio assenza di tempo…situazione di non tempo che scorre ma tempo che non scorre ma è sempre un presente senza  orari limiti o motivi. Un tempo vuoto che sei libero di riempire senza pensare a riempirlo ma cazzeggiando magari strimpellandoo…

Questo succedeva anche a Tullio. Aveva ripreso un menage familiare un po’ forzatamente…si occupava di una figlia…io non lo vedevo da tempo. Lo chiamo e  gli dico passa a fare un giro. Il giorno dopo arriva con la solita valanga di parole improperi contro qualcosa le sigarette ha smesso di fumare le canne. Hai un po’ di maria. Ma come. Claro che no. È un periodo di detoxing come dicono a L.A. Gli chiedo ma hai qualche canzone. Mi risponde macchè. Non riesco più a suonare. In casa mia figlia …la scuola….la cena….
Mi rendo conto che abbiamo tutti cambiato vita e che di musica non se ne fa più
Chiamo riva. Stessa storia. Adesso sta con Valeria che ha portato giù il gatto comunque lui qualche idea ce l’ha…se vuoi te la faccio sentire. Ma si tratta di ideee…appunto.
Comincio a preoccuparmi. Anzi a disperarmi.  Come si può tornare indietro ormai.
Parlo con Fini
Pensiamo. Se noi potessimo ricostruire il modo di vivere di un tempo …..
io Tullio e Riva in un luogo con degli strumenti e niente orari niente disturbi.
Si potrebbe trovare un posto dove stare per tre o quattro giorni e poi tornare il week end alle nostre vite normali.
Pensiamo a uno studio di registrazione molto bello. Villa Condulmer. Nel veneto di fianco ad una . Villa Condulmer appunto trasformato in albergo e che frequentiamo spesso per i concerti. Una villa seicentesca con due vantaggi. Primo ha una serie di camere dietro la villa (dependance) che attraverso un sentiero e un cancelletto confinano con la sala di registrazione.
Una Sala nuova costruita da un ragazzo innamorato della musica abbastanza ricco da potersela permettere quasi come hobby. La sala ha una parte sotterranea dove si fa sul serio ma anche una splendida sala con una vetrata enorme che da sul prato. Noi la affittiamo e ci spostiamo subito li.
Ricordo ancora la faccia di Tullio quando arrivati la un po’ spaesati mi guarda e mi fa. E adesso? Cosa facciamo?
Dico non so. Siamo qui …se vuoi ti do una lezione di bigliardo. Non avevamo mai creato a comando e soprattutto ognuno di noi lo aveva sempre fatto da solo. Sembrava una situazione surreale e ridicola. Intanto Riva comincia a smanettare la batteria elettronica facendo ritmi e con la chitarra comincia a divertirsi a fare accordi…dopo un po’ Tullio imbraccia il basso e cominciano a giocare con dei giri musicali…poi parte col suo solito ispirato modo di cantare emettendo suoni con la voce e fissando una melodia. L’armonia di Riva era era semplice ma molto intrigante. Tullio col basso la puntava e la accompagnava verso una lenta e ripetitiva specie di nenia…molto strana nei suoni ma piacevolmente ipnotica. niente di più di un semplice giro armonico con due accordi ripetuti. Poi arriva la voce di Tullio che comincia nel mezzo di due accordi a fare “nunene “.,, perfetti nella loro semplicità  poi nanananana…nunene….e sempre la risposta nununenenunenune….sembra che non si arrivi a niente. Poi un cambio di accordo armonicamente molto felice di Riva stanco di ripetere  la stessa storia viene seguito da Tullio con la un’altra melodia che conclude in modo sospeso…
Poi dalla ricerca disperata di una soluzione per trovare il filo di una continuazione armonica Riva imbocca un’altra variazione improbabile di accordo che quasi sembra non c’entrare un cazzo. Tullio lo segue con una melodia inventata ma sempre carica di emozione . si fermano si guardano  si mettono a ridere nell’evidente consapevolezza di essersi cacciati in un vicolo cieco….riva torna ad arpeggiare l’accordo iniziale come per dire bè io mi fermo qui…Tullio lo segue e gli risponde giù un improbabile completamente fuori dal tema un provocatorio na-na-na-na-na-na…….riva come un suonatore di liuto del settecento ripete di nuovo l’accordo scandendo ogni corda….per terminare il gioco e Tullio ci spara un conclusivo na-na-na-na-na-na-na-na-na-na.
Sarà che da tempo non sento musica suonata dal vivo…sarà la voglia di trovare un senso. Sarà che mi emoziona sempre la voce di Tullio quando esprime melodie che gli vengono dall’anima…sarà che mi sono sempre piaciute le atmosfere di Massimo ….sarà che ho bisogno di emozionarmi ancora che dico. L’avete registrata?  No dice riva ….te la ricordi? Dico io. Fatela ancora e stavolta registrala. Avevo sentito qualcosa….un brivido breve…una sorta di senso ancora confuso ma se la risento. Riva riparte. E Tullio dopo un po’ ripete quel howeny……nevergonetughether…. Li lasci andare avanti ma mie è arrivata improvvisa la prima parola…. Quel howeny….resto zitto e ascolto snocciolarsi giù l’intera nenia…cerco altre parole in mezzo qua e là cerco di seguire la musica per capire come proseguire il discorso ma intanto me la godo…è proprio un gran bel giro….semplice ma originale ipnotico e la melodia di Tullio brevi frasi spezzate cariche di intensità ……
Quando finiscono  dico a Riva
Dai rimettila su che mi è venuta la prima parola…..
La musica parte e quando arriva la voce di Tullio li guardo e canto
VIVERE    i loro occhi si illuminano
Questo mi eccita
e io mi lancio a dire la prima cosa che mi viene in mente guardando riva
E PASSATO TANTO TEMPO
Ripeto VIVERE
E UN RICORDO SENZA TEMPO
((mentre penso che per adesso sto giocando e dico frasi
VIVERE
E UN PO COME PERDER TEMPO la dico perché mi sembra la nostra situazione attuale
Poi arriva quello strano stop

VIVERE …….   è una parola obbligata e sospesa

Manca l’ultima……la risposta?
Una sola parola
….e mi arriva chiara,
unica inaspettata e

….E SORRIDERE!

Era appena nata “VIVERE”.

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