Le parole di Elena Cecchettin che scuotono questa società maschilista, classista e discriminatoria

È tutto maledettamente qui

Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c' è. I mostri non sono malati, ma sono figli del patriarcato, della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura. Viene spesso detto 'non tutti gli uomini.' Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio ed il loro potere, educare e richiamare gli amici e colleghi non appena sentono il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell' amico che controlla la propria, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio. Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo stato non ci tutela, non ci protegge.  Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un' educazione sessuale ed affettiva capillare, serve insegnare che l' amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto. 

Elena Cecchettin

Tratto da una sua lettere al corriere della sera del 20 novembre 2023

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