Alla fine del colloquio, Bellavista gli pone la fatidica domanda: ma vi conviene? Quarant’anni dopo, riscriverebbe quella scena allo stesso modo?
«Sicuramente, e spiego il perché. Secondo il filosofo Rousseau, l’uomo per sua natura nasce buono, è la società a renderlo cattivo. Per Biante da Priene, invece, la maggioranza degli uomini è cattiva. Io, in base alla mia esperienza, mi sento più vicino a Briante, ma correggo questo giudizio rifacendomi al mio amato Eraclito, per il quale molti uomini non sono cattivi, ma stupidi. Dunque, se analizziamo con attenzione certe cose che avvengono, ci accorgiamo che non sono altro che fenomeni di stupidità. Chi mette una bomba in una stradina del centro storico di Napoli, rischiando di uccidere persone innocenti, prima di essere cattivo è stupido, e la stupidità è figlia dell’ignoranza. La criminalità insomma è nemica della cultura».

È ancora valida la sua definizione di Napoli città d’amore, opposta a quella di città di libertà?
«Ci sono due mondi, uno di libertà e uno d’amore, ed entrambi hanno dei vantaggi e degli svantaggi. Nel primo c’è ordine, legalità, ma anche più solitudine. Il secondo invece è caratterizzato dal calore umano, ma anche dal caos. Ecco, Napoli può essere considerata ancora oggi la capitale del mondo d’amore, e non deve assolutamente perdere quel calore umano che la caratterizza. Ciononostante, deve anche impegnarsi a diventare una città più vivibile e garantire la legalità ai suoi cittadini».

tratta dall' intervista di Titta Fiore a Luciano De Crescenzo per il mattino

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